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21 Dicembre 2017 By Nicola Polverino Leave a Comment

Ti gusti veramente ciò che mangi? 5 domande per capirlo

Ti gusti veramente ciò che mangi? 5 domande per capirlo

Molto spesso, quando affrontiamo l’argomento “gusto”, alle mie clienti in studio pongo questa domanda:

Ti piace davvero mangiare?

Apparentemente può sembrare banale ma quasi sempre, andando oltre la risposta iniziale, arriviamo ad affrontare numerosi temi legati all’alimentazione.

Ovviamente la risposta iniziale è quasi sempre “Certo che mi piace, mi piace tantissimo mangiare, è proprio questo il problema!”

Questo è vero soprattutto per quelle persone che fanno fatica a gestire il proprio peso o che riconoscono di essere in perenne lotta con il cibo.

Andando però a fondo nei colloqui molto spesso scopriamo che in realtà queste persone non riescono mai a gustarsi a pieno quello che mangiano e che forse il  loro senso del gusto non è poi così appagato come pensano.

A volte riusciamo a comprendere insieme che la frase “mi piace mangiare” in realtà rappresenta un scusa che nasconde altre motivazioni a causa delle quali le persone esagerano con il cibo o hanno un rapporto non funzionale con alcune tipologie di alimenti, tipicamente quelli dolci o grassi.

Per esempio, durante un percorso con una mia cliente, è emerso che ogni volta che mangia non riesce mai a gustare davvero il sapore di quello che ha davanti. Soprattutto quando si appresta a mangiare un alimento che le piace molto, e non sono pochi, si ritrova quasi sempre a pensare che la quantità che ha davanti non è abbastanza, che forse non la sazierà, e di conseguenza inizia a mangiare il suo alimento preferito pensando già alla porzione che prenderà subito dopo, appena avrà finito quella che ha nel piatto.

Non riesce a concentrare l’attenzione sul gusto di ciò che mangia perché è distratta dagli stimoli visivi, dalla quantità che vede nel proprio piatto, dal pensiero che dovrà mangiarne ancora, subito dopo, per saziarsi.  A volte sopraggiunge il pensiero che quando avrà finito di mangiare quelle leccornie si sentirà probabilmente in colpa per averlo fatto, e questo, ovviamente, a porta a mangiare ancora di più.

Secondo te questo modo di affrontare l’alimentazione significa davvero amare il buon cibo, adorare il gusto delle cose buone?

Questo che ti ho appena descritto è ovviamenti un esempio su cosa può succedere quando si analizza il comportamento a tavola grazie alle tecniche della psicologia alimentare.

Vorrei ad ogni modo suggerirti 5 domande che potrebbero aiutarti a riflettere su qual è il tuo rapporto con lo straordinario senso del gusto, e darti così alcuni spunti per imparare a gustare fino in fondo ciò che mangi.

Vediamole.

1 – Sei abituato a mangiare velocemente?

In generale le persone che hanno problemi con la gestione del peso tendono a mangiare molto velocemente, e giustificano questo comportamento con la loro passione per il buon cibo.

Mangio velocemente perchè mi piace mangiare.

Questo però è un pensiero non corretto in quanto il senso del gusto viene appagato molto di più masticando lentamente il cibo, come vedremo anche nel seguente paragrafo.

Inoltre, mangiando velocemente, si introducono delle quantità molto più elevate prima di sentirsi sazi.

Lo stimolo della sazietà, infatti, necessita di almeno 20 minuti per giungere al cervello, a partire dal momento in cui si inizia a mangiare.

Prova a guardarti attorno e osservare come mangiano le persone magre. Potresti scoprire che la maggior parte di loro tende a mangiare più lentamente rispetto a come fai tu.

Se ti rendi conto di mangiare troppo velocemente devi trovare il modo per rallentare, prendendo il giusto tempo per te.

2 – Assapori davvero il gusto delle cose?

Aspetta a rispondere in maniera affrettata, e proviamo a partire da un ragionamento basilare.

Le papille gustative si trovano nella bocca, e non nello stomaco. Di conseguenza se mastico poco e deglutisco immediatamente il cibo, esso rimarrà a contatto con i recettori del gusto per poco tempo, dandomi la sensazione di non aver assaporato abbastanza quel gusto che mi piace. Il risultato è che che sarò spinto a mangiarne di più per soddisfare la mia voglia di cose buone.

Lo so che è un ragionamento banale, ma spesso sono le cose scontate quelle non teniamo a mente.

Inoltre è stato sperimentato che l’esposizione prolungata ad uno stesso stimolo gustativo, diminuisce la risposta a quello stesso stimolo. Il che vuol dire che più aumento la quantità di un certo alimento, più diminuisce la sensibilità verso il gusto del cibo. Ovvero, mangiando tanto di una cosa che mi piace ne sento meno il gusto .

Questo fenomeno, che viene chiamato “Sazietà gusto-specifica” (Sensory-specific satiation) potresti però usarlo a tuo vantaggio

Cerca il più possibile di preferire maggiori quantità di una sola portata, piuttosto che mangiare poco di tante cose. In questo modo ti sentirai sazia prima e tenderai a mangiare meno.

3 – Mangi cibo di qualità?

Le cose che mangi sono di buona qualità? La qualità degli alimenti è spesso messa in secondo piano rispetto alle quantità, invece è fondamentale non solo per dimagrire ma anche per soddisfare le richieste del nostro sistemo gastrointestinale.

Eh si, perchè il sistema gastrointestinale è intelligente, cioè è come se possedesse un cervello proprio.

Se infatti si accorge di avere bisogno di  un determinato nutriente, manda al cervelle messaggi che spingono la persona a cercare alimenti che contengono quel nutriente, basandosi sull’apprendimento alimentare.

Per esempio, se il tuo organismo ha bisogno di magnesio e potassio potresti essere spinto a cercare il cioccolato fondente, che è ricco di entrambi. Il cioccolato di qualità scadente contiene quantità molto più basse di cacao.

Quindi quando mangio un cioccolato industriale, di scarsa qualità, esso conterrà quantità basse di magnesio e potassio rispetto a quelle di cui sento il bisogno, di conseguenza la mia mente e il mio corpo me ne chiederanno ancora.

Questo meccanismo è valido per tutti i cibi. Quindi cerca sempre di scegliere la versione qualitativamente migliore dell’alimento che stai mangiando.

4 – Mangi consapevolmente?

Se ti chiedessi cosa hai mangiato ieri, o l’altro ieri,o nei giorni passati, sapresti ricordarlo con precisione?

Spesso mangiamo molto di più di quello che ricordiamo. Questo succede perchè tendiamo ad affrontare i momenti dei pasti circondati da tantissimi stimoli distraenti, come per esempio la Tv, il cellulare o altre attività. Oppure siamo presi da mille pensieri e emozioni che ci distolgono da quello che stiamo mangiando.

Ecco perchè nei percorsi con le mie clienti utilizzo due strumenti indispensabili:

  1. Il diario alimentare. Ti può essere estremamente d’aiuto scrivere giorno per giorno quello che mangi e le quantità indicative, aggiungendo per ogni pasto il tuo senso di sazietà e i pensieri che accompagnano quel pasto.  Ti serve per renderti conto effettivamente di come sia la tua alimentazione e di portare le dovute correzioni.
  2. Percorsi di mindful eating. Mindful eating significa alimentazione consapevole, ovvero essere presenti al 100% nel momento in cui si mangia. Porre attenzione al “qui ed ora” senza farsi distrarre da ciò che c’è attorno, dai pensieri del passato o dalle preoccupazioni per il futuro. Significa vivere l’alimentazione come un momento importantissimo, nel quale nutriamo la nostra anima e coltiviamo il nostro benessere.

Entrambe queste cose vanno però vissute non come delle strategie magiche che risolvono il problema una volta per tutte, ma come una serie di allenamenti costanti che portano ad essere sempre più consapevoli di come mangiamo.

5 – Mangi il tuo cibo preferito quanto ti senti sotto stress?

Lo sapevi che lo stress produce cortisolo e il cortisolo diminuisce il piacere percepito?

In una ricerca pubblicata nel 2012 sulla rivista “Chemical Senses” é stato dimostrato che l’esposizione a stress acuti diminuisce la percezione del gusto salato.

In un’altra ricerca dello stesso anno è stata dimostrata la stessa correlazione anche con il gusto dolce.

Questo significa che quando siamo stressati abbiamo una percezione minore del gusto salato e di quello dolce.

E indovina cosa succede quando sentiamo meno il gusto di un alimento? Che tendiamo a consumarne in quantità maggiori e a sentirci soddisfatti con più difficoltà.

Per gustarsi a pieno i propri alimenti preferiti è quindi fondamentale combattere lo stress con le modalità opportune, cercando se possibile di andare alla causa del problema e cercare di risolverlo definitivamente, altrimenti si rischia di finire con l’utilizzare impropriamente il cibo come un antistress.

Conclusione

Queste 5 domande ci fanno capire quanto è complicato il senso del gusto, e quanto sia difficile a volte riuscire davvero a trarre il massimo del piacere nel mangiare.

Uno dei problemi che hanno molte persone in sovrappeso è proprio quello di non gustarsi davvero ciò che mangiano, e questo contribuisce a mantenere il problema.

Il mio consiglio è quindi di seguire queste 5 regole:

  1. Mangiare lentamente
  2. Gustarti appieno ciò che mangi
  3. Scegliere cibo di alta qualità
  4. Mangiare consapevolmente
  5. Imparare a gestire lo stress per riuscire a gustarsi davvero i piaceri della tavola.

E ricorda:

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Reggio Emilia

Da diversi anni seguo persone che voglio perdere peso. Le aiuto a comprendere e gestire le emozioni e i pensieri legati all'alimentazione e al proprio peso corporeo, cercando insieme le risorse utili a modificare i comportamenti e le abitudini che le hanno fatti ingrassare. Read More…

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